Ciao, e grazie per essere qui anche questo mese insieme a Questioni di caffè. Prendi un caffè, trova una posizione comoda e preparati a leggere il numero 4!
A fine anno, c’è chi per tradizione tira le somme dell’anno che finisce e fa i buoni propositi per il prossimo; noi invece, forse per il tipo di lavoro che facciamo, forse perché siamo di quelli mai usciti del tutto dal periodo liceale, tendiamo a vedere più settembre come vero inizio dell’anno.
Ok, ma che c’entra col caffè? C’entra che invece di raccontarvi come ci è sembrato quest’anno per Questioni di caffè e di cosa vorremmo fare il prossimo anno, vi diciamo qualcosa di natalizio, perché è la vera festa del periodo, seguita subito dopo dalla Befana, perché arrivano altri dolci (e chi siamo noi per dire no ad altri dolci?).
Insomma, caffè e Natale, cioè caffè e Babbo Natale.
O almeno è quello che ci siamo chiesti spesso: vero che per tradizione, particolarmente in culture angolofone, a Babbo Natale si lasciano latte e biscotti alla vigilia così si rifocilla per il lungo viaggio, ma non sarebbe meglio lasciargli un caffè?
Pensateci: il simpatico e rubizzo uomo barbuto fa un sacco di strada in pochissimo tempo, per cui deve stancarsi non poco. Ok, la magia, lo spirito di Natale, il potere dell’amore del bambini, il red shift. Ma vuoi mettere la potenza della caffeina per reggere sia la fatica che il freschino che deve sentire quando viaggia a chissà quanti mach di velocità sulla slitta trainata dalle renne?
Ci piace credere che il buon Babbo, che alcuni chiamano Nick come Nicholas, e come San Nicola, si porti in giro un thermos, probabilmente dal contenuto magicamente infinito, di caffè per reggere lo sforzo. E dato che di grandissimo sforzo si tratta, probabilmente predilige un caffè cento per cento Robusta: più caffeina, più crema, più forza per il bianco e rosso portatore di regali. Oppure uno di quei caffè che non hanno esattamente un nome natalizio, tipo il Death Wish Coffee, ma che con la loro concentrazione di caffeina maggiore della media gli possono dare una sferzata di energia che gli permette di sbucare anche dai camini più impervi.
Magari preferisce un caffè speziato, per sturare le narici raffreddate dal gelo invernale? C’è solo l’imbarazzo della scelta, così tante possibilità che non fingiamo nemmeno di essere esaustivi ma ve ne suggeriamo uno facile da fare in casa, sia con la Moka che con una capsula: cucchiaino di miele, pezzettino di cioccolata e peperoncino quanto basta. Ci versate sopra il caffè appena caldo, mescolate e via: una botta di energia e sapore che vi riscalda cuore, pancia e anima.(Ma, se volete qualche suggerimento in più, non dovete far altro che recuperare la puntata numero 2 di questa newsletter.)
Oppure, ci chiediamo, preferisce un caldo e gustoso Bullet Proof Coffee? Avrebbe senso: caffeina in abbondanza unita alle calorie energetiche di un ottimo burro. Magari, dato che Babbo è nordico, è pure un burro salato, per quel quid in più. E ora che ci pensiamo: abbiamo provato il caffè con un chicco di sale, abbiamo provato il Bullet Proof Coffee più volte, ma non abbiamo mai provato il Bullet Proof Coffee con burro salato. Vedi che, anche non volendo, qualche proposito per l’anno nuovo ci scappa...
You gotta fight for your right to party
Cosa accomuna il tè, il caffè e la bandiera americana?
Se avete la pazienza di seguirci, oggi diventiamo i vostri Alberto Angela del caffè e vi portiamo con noi in un posto lontano, nel cuore pulsante del Massachusetts: Boston.
Città di cultura, Boston nasce come colonia inglese finché, a un certo punto, decide di averne avuto abbastanza. Dopo un'escalation di crescenti dissapori legati alle tasse, la ciliegina sulla torta fu un contrasto sulla tassazione del tè proveniente dall'India, il cui import era totale appannaggio della Compagnia britannica delle Indie orientali.
Al culmine del fastidio, il 16 dicembre 1773, un centinaio di membri del movimento clandestino noto come Sons of Liberty assaltarono le navi della Compagnia, e buttarono a mare 342 casse di tè. Probabilmente avrete sentito parlare del Boston Tea Party. Ecco. Ovviamente non si trattò di una festa, party in questo caso significa rivolta, protesta, spedizione punitiva… quindi sì in un certo senso (lato) la festa gliel'hanno fatta :D
Oltre a dimostrare al mondo intero che volere l'indipendenza non è sufficiente per smettere di essere passivo-aggressivi in puro stile brits, l'azione dei Sons of Liberty ebbe sostanzialmente due conseguenze rilevanti a livello internazionale:
1. ispirarono altre colonie a ribellarsi al piede britannico, divenendo di fatto il catalizzatore per l'indipendenza degli Stati Uniti;
2. portarono alla ribalta il caffè nel Nuovo Mondo.
[Pausa drammatica]
Esatto.
Durante la protesta, i coloni di Boston (ma non solo) si rifiutarono categoricamente di bere tè, considerato qualcosa di troppo inglese, quindi antipatriottico.
Per amor di patria, quindi, si era scelto di ripiegare sulle tisane, ma non solo; questo, infatti, spianò la strada alla diffusione massiccia del caffè nel paese, che col tempo divenne la bevanda nazionale.
E la bandiera?
Beh, tra le possibili fonti di ispirazione della Stars and Stripes ci sono la bandiera della Compagnia britannica delle Indie orientali e quella dei Sons of Liberty. Ma c'è la possibilità che entrambe avessero trovato un'ispirazione comune nella bandiera del regno di Majapahit, esistito tra il XIII e il XVI secolo sull'isola di Giava (nell'attuale Indonesia).
Ma che c'entra? C'entra perché il regno di Majapahit era un partner commerciale della Compagnia Britannica delle Indie Orientali, e non un partner di scarso rilievo: era infatti il suo primo (e principale) fornitore per l'importazione di caffè in Europa.
Del resto, se siete appassionati di caffè, il termine "Java" non vi suonerà certo nuovo!
E questa è quella che noi chiamiamo "quadratura".
Potete trovare parte di questi aneddoti, assieme ad altri aneddoti molto succosi, sul libro “Storia avventurosa delle bandiere del mondo”, scritto da Dmytro Dubilet e pubblicato da UTET (e se guardate alla voce “traduzione di” potreste avere una sorpresa in più).
Intermezzo
Se nonostante sia sabato siete ancora in alto mare con i regali di Natale, vi ricordiamo che negli scorsi giorni, sul nostro profilo Instagram, abbiamo pubblicato una TOP 10 di regali legati al caffè.
Buttateci un occhio:
Ma quanto ci vuole?!
"Mi piacerebbe farmi il caffè con metodi diversi dal solito, ma non ho tempo!"
Ah, se avessimo un euro per ogni volta che ce lo siamo sentiti dire da quando abbiamo aperto Questioni di caffè... non sappiamo di preciso quanti euro avremmo, ma abbastanza da comprarci un bel po' di caffè. La domanda, che è del tutto legittima, però ci porta sempre a rispondere qualcosa che suona come: "Non hai torto in assoluto, però..." per poi partire a dare consigli ed esempi su come fare il caffè e quanto tempo ci vuole per farlo.
Questa volta, però, abbiamo pensato di provare a darvi più che una risposta una riflessione che parte da un piccolo esercizio mentale. Pronti? Aspettate, prima una doverosa, anche se forse inutile, precisazione: se parliamo di farsi il caffè in casa e tempistiche, nulla batte la celerità (e comodità) di un sistema a capsule o cialde. Infili, premi, e dopo pochi secondi hai il tuo caffè. Detto questo.
Ma davvero ci vuole poi così tanto tempo a farsi un caffè usando, per esempio, una V60 o una Switch?
La risposta è in una domanda: quanto ci mettete a farvi un tè? Dal momento in cui iniziate a scaldare l'acqua, al momento in cui togliete la bustina e ve lo gustate?
Probabilmente lo stesso tempo, o quasi, di quanto tempo ci vuole a fare un caffè usando una V60 o uno Switch. Seguiteci.
L'acqua bisogna scaldarla in ogni caso, quindi quel tempo lì, che dipende dal vostro bollitore elettrico o da fornello, è uguale in entrambi i casi. Anche se qua c'è già una differenza: mentre aspettate che l'acqua bolla e volete farvi un tè in bustina non dovete fare altro, se il tè è di quello a foglie libere lo dovete pesare. Bastano pochi secondi, no? Esattamente gli stessi secondi che servono per pesare il vostro caffè preferito. E intanto l'acqua è ancora là che si sta scaldando, avete ancora tempo prima che arrivi a 100 gradi o poco meno. Quindi avete tutto il tempo di prendere i chicchi che avete pesato e macinarli secondo la giusta dimensione. Se avete un macinino elettrico ci mettete pochissimo, se avete un macinino a mano pochi secondi di più. Ora avete il vostro caffè macinato, e magari l'acqua deve ancora bollire, ma diciamo che ha raggiunto la temperatura giusta per bagnare il vostro filtro di carta.
Versate l'acqua nella vostra tazza preferita e ci mettete la bustina di tè. Quanto tempo deve rimanerci? Dipende dal tè, ma diciamo che dai 3 ai 5 minuti è un tempo plausibile per la maggior parte dei tè neri. Tutto il tempo che ci vuole per farvi un caffè a filtro.
Infatti dal momento in cui mettete il caffè nel filtro della V60 o dello Switch, e iniziate a versare l'acqua, e poi la versate tutte le volte che serve secondo i tempi della ricetta che volete seguire fino alla fine della preparazione possono passare dai 3 ai 5 minuti, a seconda del metodo che usate.
Insomma, per farvi un caffè con una V60 o uno Switch, ci mettete lo stesso tempo che ci mettete a farvi una tazza di tè, più o meno. Poco più tempo se volete farvi una French Press, 1-2 minuti in più.
È molto tempo? Dipende dal vostro carattere, dal momento della giornata, dal piacere che potete provare nel prepararvi il caffè (o il tè!) seguendo un piccolo rito che richiede un po' di attenzione, ma nemmeno troppa finché si ragiona, come noi, da baristi da casa.
Il parallelo giocoso che vi abbiamo proposto serve solo a sottolineare come, cronometro alla mano, farsi un caffè diverso dal solito, se vi incuriosisce, non vi richiede poi così tanto più tempo di quanto non ne richieda farsi un tè; l’unica differenza è che, una volta versata l’acqua nella tazza o nella teiera, il tè si prepara da solo, mentre preparare un caffè con il V60 o lo Switch richiede un pochino di interattività in più da parte vostra. A meno che non vi appassionate così tanto da decidere di divertirvi a provare tutte le variazioni che vi possono venire in mente e di cui vi parliamo regolarmente sul nostro profilo Instagram, ma non ci assumiamo responsabilità se poi vi trovate a passare ore tra bilance, macinini e filtri...
TASTING CHIACCHIERATI 3: Nespresso Arpeggio VS Nespresso Arpeggio Extra
In questo episodio di Tasting Chiacchierati abbiamo assaggiato una classica capsula di Arpeggio della Nespresso confrontandola con una di Arpeggio Extra.
A: Eccoci al terzo tasting chiacchierato! Oggi ci facciamo una cosa semplice e ci assaggiamo le nuove… nuove… relativamente nuove, diciamo recenti, capsule di Arpeggio Extra di Nespresso, che dicono di avere più caffeina, tipo un bel 35 grammi di caffeina a tazza in più. E ce le assaggiamo, giusto per gradire, assieme all’Arpeggio normale.
D: Quindi ci spariamo un totale di 165 mg di caffeina. Perché l’Arpeggio base ha 65 mg di caffeina…
A: Sì, dichiara 65 mg per 40 ml di caffè.
D: Mentre il nuovo Arpeggio More Caffeina ne ha 100.
A: Cifra tonda.
D: Ricordiamo che la dosa giornaliera di caffeina raccomandata per un essere umano è di circa 200 mg.
A: Noo noo.
D: Ho sparato a caso, eh!
A: Eh, dipende dal peso, dall’altezza.
D: Vabbè ma si parla di media.
A: Noo, l’overdose di caffeina è ben lontana. Ma veniamo al nostro Arpeggio, partiamo da quello classico… intanto possiamo dire che ha un po’ il solito profumo un po’ ciocconuttoso, classico del caffè dritto. L’Extra invece lo senti che ti punge di più le terminazioni nervose del naso.
D: Sì, il profumo dell’Extra è letteralmente extra.
A: È letteralmente extra. Sì, è un po’ più amarognolo, un po’ più intenso.
D: Forse è un po’ meno aromatico.
A: Si sbilancia un po’ di più; ha un profumo un po’ meno nuttoso [ovvero di frutta secca] e un po’ più cioccolatoso. Però è cioccolato amaro.
D: Sì, sembra un po’ di odorare un cioccolato extrafondente 70-80%. Quasi polveroso, tipo quelli che piacciono tanto a me.
A: Quelli strafottenti.
D: Sì.
A: Vediamo invece com’è al gusto. Beh, l’Arpeggio…
[SORB]
D: È molto italiano, l’Arpeggio.
A: Come direbbe Stanis La Rochelle.
D: Esatto. Purtroppo.
A: Sì. Per fortuna non è toscano. Salutiamo tutti gli amici toscani che ci leggono.
D: Tra cui c’è CapitanTroll, anche se è di Arezzo.
A: Vabè ma Arezzo non conta come Toscana. Almeno, a sentire tutti gli altri toscani.
D: Tantomeno Prato. Ciao Maurizio.
A: Ciao Maurisio. Grazie per i soldy.
D: Ma tornando al caffè…
[SORB]
È bello dritto.
A: Dici il normale?
D: Il normale, sì, perché l’Extra non l’ho ancora assaggiato.
A: Beh il normale è tipo il loro caffè base e la base su cui fanno poi tutte le aromatizzazioni, se non sbaglio.
D: Che poi è molto amaro.
A: È molto amaro e molto intenso. Loro lo propongono come espresso e come ristretto, ma io da sempre trovo che funzioni molto bene anche lungo.
D: Ah sì?
A: Sì perché mantiene l’aroma. Amici di Nespresso pensateci, nel senso…
D: Io da amante dei gusti amari apprezzo molto. Ma l’hai mai provato nel cappuccino?
A: Sì sì.
D: Intensi così, di solito, con l’aggiunta di latte mantengono il sapore.
A: Sì, probabilmente l’hai provato anche tu nel cappuccino, è che hai la memoria di un novantenne brinato da una scossa elettrica, però probabilmente quando abbiamo fatto prove di cappuccini ci può stare anche almeno una volta si sia usato l’Arpeggio.
D: Allora poi proveremo a fare una comparazione tra cappuccino Arpeggio e cappuccino Arpeggio Extra.
A: Ah, cacchio! Potrebbe essere una bella cosa. Sì. Lo faremo. Amici, scriveteci nei commenti se siete interessati – ecco, facciamo questa promozione becera così almeno anche l’algoritmo di Substack è contento. Intanto vedo che tu stai già sorbendo dalla tazza di Pulcinella [coi i Pulcinella disegnati da Emanuele Luzzati] che è quella che contiene l’Arpeggio Extra.
D: E subito diresti di no però poi ti arriva.
A: Non so, tu non hai le papille sulla lingua, se le hai solo nella gola (che non ha le papille). Non hai i recettori… perché fì, arriva subito.
D: A me è arrivata dopo la botta.
A: Sì, prova a farlo passare sulla punta della lingua, e vedi che è come raschiare una grattugia. È molto più forte!
D: Sìsì, è decisamente più forte.
A: C’ha proprio quel fa di cioccolato amaro…
D: Sì, un po’ astringente…
A: E polveroso, che ti sembra di aver leccato una mensola che non pulisci da un mese.
D: Di Mogano.
A: Di Mogano, sì.
D: Oppure…
A: Di Palissandro.
D: No. Se le avete mai assaggiate, proprio le fave di cacao, che anche quelle quasi allappano la bocca.
A: Infatti se non ricordo male potrebbe essere che nel profilo organolettico indicato ci sia proprio “note di cacao” e c’è l’iconcina della fava di cacao. Ecco vedi, per una volta hai dimostrato che hai comunque delle papille gustative in bocca.
D: E che la mia conoscenza di fave mi precede.
A: Eeee vabbè, amici, va così.
D: Comunque è decisamente più forte.
A: Sì, è decisamente più forte e anche qui quelle note di noci scompaiono mentre il cacao prepondera con arroganza.
D: Sì, qui è proprio cacao schietto. E sottolineiamo non cioccolato, proprio cacao.
A: Proprio cacao! Come prendere un cucchiaino di cacao amaro della Perugina e cacciarcelo in bocca. Se non muori soffocato dici “Eh, però, dai, non è male!”.
D: Potremmo rilanciare la Cinnamon Challenge di tanti anni fa, quando su internet si mangiavano le cucchiaiate di cannella.
A: Ci vorrebbe una nuova pandemia, una cosa che non si può dire altrimenti ci censurano e poi i nostri venticinque lettori piangono.
D: Facciamo la Cacao Challenge.
A: Possiamo farla direttamente con la polvere di caffè e fare una Lavazza Challenge.
D: Beh, ogni volta che si mangia il tiramisù è una Cacao Challenge, se abbondano troppo col cacao.
A: Sì, in effetti c’è il rischio. Un aspirone, e via! Si va al creatore.
D: Comunque questo Arpeggio Extra non è per niente acido. È amaro ma non acidulo.
A: Beh perché comunque… se non ricordo male è un’Arabica, aspetta che controllo…
D: E comunque non ha nemmeno quel gusto di bruciacchiato che molto spesso hanno i caffè amari.
A: E, peraltro, mi sento di dire: fa un po’ più crema.
D: Sai che forse sì? Forse anche leggermente più scura.
A: Sì… Ecco, vedi? È un’Arabica 100% l’Arpeggio. Quindi magari anche l’Extra.
D: Eh, andrebbe controllato, perché a volte per aggiungere un po’ di caffeina si aggiunge della Robusta.
A: Vediamo.
D: Però sì, decisamente la crema è più scura. Potrebbe esserci un po’ di Robusta, che mediamente contiene più olii e grassi.
A: Ah no, guarda, dice solo Arabica.
D: Sarebbe bello quindi capire come siano riusciti ad aggiungere caffeina mantenendo lo stesso caffè.
A: Possiamo guardare le schede tecniche che ci sono sul sito.
D: Eh, magari è la tostatura.
A: L’Extra ha una tostatura… secondo te come?
D: Se ha più caffeina, allora… perché, se tosti di più perdi umidità… in teoria più tostato dovrebbe essere leggermente più caffeinato.
A: E invece ha una tostatura leggermente più chiara. Fai conto che qui usa una scala da 1 a 5; l’Arpeggio normale ha una tostatura 4, mentre l’Extra ha una tostatura 3.
D: Ok, quindi dobbiamo segnarci di capire come funziona la presenza di caffeina di caffè relativamente al grado di tostatura.
A: Esatto, amici che lavorate nel caffè che ci leggete, se volete darci due dritte noi siam sempre contenti.
D: Se invece ci volete dare anche due manrovesci…
A: E se ci volete dare anche due pacchi di caffè noi accettiamo sempre molto volentieri anche quelli.
D: E anche dei bonifici!
A: Anche dei bonifici… ma per quello c’è il nostro Ko-fi che trovate anche in fondo a questa newsletter.
D: Comunque l’Arpeggio Extra rimane buono anche quando si abbassa la temperatura.
A: Eeeeh vedi vedi, tutto lo stigma sul mondo delle capsule, amici del mondo del caffè! Cattivi, cattivi.
D: Dovessi scegliere, proprio per una questione di gusto mio che prediligo la roba forte e amara, l’Arpeggio Plus… che non è il suo nome…
A: Si chiama “Extra”, dai, non era difficile.
D: Eeeh… comunque forse mi piace un po’ di più, perché ha quel quid leggermente più possente che ristora il cuore e la mente.
A: E poi ti dà la carica al mattino. Altro che Fiesta!
D: Chissà se esiste una Fiesta al caffè.
A: No. Fiesta è solo all’arancia.
D: Dovrebbero fare una Fiesta al caffè.
A: Dovrebbero. Amici di Ferrero, o chi per voi, fate una merendina al caffè.
D: Fate una fiesta al caffè.
A: Aspetta! Esiste la Fiesta al caffè! Grazie amici di Ferrero, grazie per aver risposto così prontamente alla nostra richiesta. Faremo in modo di assaggiarla. Grazie.
D: Forse è esistita.
A: No, no. L’hanno fatta proprio adesso, in questo momento.
A: Bene bene, direi che le tazze sono vuote.
D: Le pance sono piene.
A: Quindi bella per noi, bella per voi, ci sentiamo al prossimo tasting chiacchierato!
NOTA: La Fiesta al caffè è andata in produzione dal 2013 come edizione limitata. Noi ne siamo venuti a conoscenza in questa circostanza e siamo tutt’ora tristissimi di non averla mai assaggiata. Amici di Ferrero, ridatecela, acciocché noi si possa goderne!
Link utili e interessanti
Eccoci al momento che stavate aspettando: il momento dei link!
Cosa consiglia Davide:
Se in qualsiasi momento della giornata vi viene voglia di stare in un bar con musiche natalizie, caminetto e caffè caldo, non dovete far altro che prepararvi il vostro caffè preferito e spararvi questo video ambientale da YouTube che dura otto (O T T O) ore.
C’è una nuova copertina di The Genoeser ad opera di Margherita Caspani che è molto on point.
Cosa consiglia Alfredo:
Qualche giorno fa è uscito uno speciale di Report sulla qualità dei caffè nei bar italiani e ha sollevato un gran polverone.
Se siete tra quelli che tornano a casa per le vacanze, o comunque dovete fare parecchi chilometri per raggiungere la cena della Vigilia, il pranzo di Natale, il pranzo di Santo Stefano, Capodanno o quel che volete, tenete a mente che in tutte le aree di servizio della società Autostrade per l’Italia potete avere un caffè a costo zero ogni giorno, dalle 23 alle 5 (da ieri al 19/01)
E così si chiude anche questa quarta uscita, l’ultima del 2024. Ci prepariamo a un paio di giornate gastronomicamente impegnative, sicuramente accompagnate da un’ottima selezione di caffè. Voi divertitevi, abbuffatevi, fate festa (che è sempre bene farlo quando ce n’è una scusa, di questi tempi) e noi ci vediamo di nuovo tra un mese!
Prima o poi arriva anche quello ;)
Maaaaa a quando uno special sulla cuccuma napoletana?(non ditemi che ci sono solo io che la uso e penso che faccia il caffè più buono del mondo 😅)